Palazzo Sipari agli inizi del 1900. A Pescasseroli la famiglia, con altri rami, ha edificato altri due palazzi vicini
Palazzo Sipari agli inizi del 1900. A Pescasseroli la famiglia, con altri rami, edificò anche due palazzi vicini.

Nel 1839 Pietrantonio Sipari fece demolire l’antico palazzetto baronale dei Massa, ex feudatari del luogo, per edificarne uno nuovo al suo posto. Egli, nato nel 1795 e orfano 15enne del padre Vincenzo, accrebbe i possedimenti familiari. Grandi proprietà terriere nel Tavoliere delle Puglie, in Abruzzo e in Terra di Lavoro fecero progredire una cospicua industria armentizia. Con 15mila pecore aveva il maggiore gregge abruzzese. Acquisì pure il Prato della Corte.

ritratto di Erminio Sipari
Ritratto di Erminio Sipari (1879-1968)

Il palazzo negli anni dell’Unità d’Italia vide incontrarsi gruppi di borbonici e liberali, di ufficiali regi e italiani. Ospitò alte personalità della burocrazia, delle scienze e aristocratiche, fino al Principe Amedeo Duca di Aosta e al Principe di Napoli, futuro Re Vittorio Emanuele III.

una stanza della casa-museo Sipari (foto Fondazione Erminio e Zel Sipari Onlus)
Una stanza della casa-museo Sipari

L’edificio «reca l'impronta di una squisita semplicissima architettura combinata con gli ultimi elementi del periodo neoclassico che languiva e con qualche reminiscenza dell'impero trionfante. Il vasto palazzo, ricco di terrazzo giardino e di sale immense, è notevole specialmente per una strana antiveggenza dell'antenato Sipari che lo volle. Quando fu costruito, la valle non era corsa che da una via mulattiera, la carrozza per Pescasseroli era ancora un sogno. E pure le porte furono aperte così vaste, gli androni furono architettati così comodi da permettere dopo un secolo il libero moto alla più poderosa automobile» (Emidio Agostinone, 1909)

Palazzo Sipari, vano scala al primo piano (foto Fondazione Sipari)
Palazzo Sipari, vano scala al primo piano

Il prospetto principale ha finestre rettangolari e simmetriche su tre ordini, due portali di lesene in pietra e, quasi nel mezzo, due cornici aggettanti. All’interno, affreschi originali e l’arredamento ottocentesco usato dalla famiglia. Sul retro, un cortile. Oggi la casa-museo è aperta alle visite, affiancata dalla cappella della Vergine Addolorata, che conserva tombe di famiglia. Di fronte, le Scuderie e il Giardino dell’orso, che ospitò un piccolo zoo.

particolare sulla cappella Sipari (foto Stefano Dark)
Particolare sulla cappella Sipari

Per altre indicazioni architettoniche sul palazzo si rimanda al pannello realizzato dell’ente Parco, posto presso le Scuderie, su piazza Benedetto Croce all’angolo con viale Principe di Napoli.

Madonna Addolorata nella Cappella Sipari (foto Stefano Dark)
Madonna Addolorata nella Cappella Sipari

Il Premio nazionale di Cultura «Benedetto Croce» fu istituito dal Comune di Pescasseroli e ha luogo ogni anno in estate. Sito internet: www.premiocroce.it

il retro di Palazzo Sipari (foto Stefano Dark)
Il retro di Palazzo Sipari
interni della cappella dei Sipari su un lato del palazzo (foto Stefano Dark)
Interni della cappella dei Sipari su un lato del palazzo

Testi di Stefano Dark - Immagini di Stefano Dark e Fondazione Erminio e Zel Sipari Onlus

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