


La famiglia Sipari fu la nuova borghesia emergente nella moderna Pescasseroli. Fino al Settecento goderono di buona condizione economica, descritti da Croce come «massari di campo» e «bassettieri» (le bassette erano le pelli delle pecore), tra i più agiati in paese. Si imposero nell’Ottocento prendendo posto agli antichi baroni nei possedimenti, nella ricchezza e nell’autorità sociale. Favorevoli alla Francia post napoleonica e attivi nei “moti carbonari”, esercitarono influenza nelle zone possedute e strinsero legami familiari con importanti casate d’Abruzzo.

Il Prato della Corte, ampio più di dieci ettari nella zona sud del paese, usato per attività agricole e di allevamento, fu una delle proprietà acquisite in patrimonio, con il nuovo Palazzo Sipari.

Dagli anni Dieci il mulino divenne una officina elettrica. La centrale forniva molta luce d’inverno, con i serbatoi pieni di acqua, e poca in estate. Prima del 1910 l’illuminazione pubblica era realizzata con lumi a petrolio agli angoli delle strade. Un operaio comunale di giorno metteva il petrolio e la sera passava ad accendere i lumi.
Dal punto di vista naturalistico l’area è frequentata da aironi cenerini, da caprioli e da altri animali. Storicamente, la zona è di attraversamento del tratturo.
Proseguendo il viale verso nord, sulla stessa sponda del fiume si incontrano il «centro sportivo Saverio Saltarelli» e il parco giochi comunale.
Testi di Stefano Dark - Immagini di Stefano Dark et al.
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