Il monumento è una statua d’alpino, rappresentato a scagliare una bomba a mano, con in braccio un fucile e accanto un cannone. Alto 5,5 metri e realizzato con sei quintali di bronzo, è posto su un unico blocco di pietra di 250 quintali preso dalla cava del Castello, circondato da una massiccia catena che era parte dell’ancora di una nave militare. La bombarda fu donata dal ministero della Guerra. Sulle lapidi sono scolpiti i nominativi di tutti i defunti: 42 per la Prima Guerra Mondiale, 27 militari e 12 civili per la Seconda.
Alla realizzazione parteciparono economicamente la casa reale, il Comune e molti pescasserolesi, anche emigrati in Italia e negli Usa. Il Monumento fu aperto al pubblico con una imponente cerimonia l’8 settembre 1922. Erano presenti Erminio Sipari, Benedetto Croce (l’allora senatore elargì pure un contributo), Monsignor Marcello Pio Bagnoli, Vescovo dei Marsi, e Padre Giovanni Semeria, considerevole intellettuale cattolico. Furono stampate migliaia di cartoline ricordo.
Il giorno seguente fu inaugurato il Parco nazionale d’Abruzzo, alla Fontana di San Rocco.
Sui lati lunghi della piazza rettangolare, ricca di alti abeti, si sviluppano i due rioni delle Casette, edifici antisismici costruiti dopo il terremoto del 1915 che devastò dolorosamente la Marsica. All’epoca, questa zona del paese fu riprogettata. Come si nota, edifici e strade hanno un’impronta regolare e la toponimia è riferita ai luoghi italiani della Grande Guerra. Sui lati corti della piazza ci sono da un fianco il Centro visita e sede del Parco e dall’altro piazza Sant’Antonio con vicino un’antica colonna in pietra.
Testi di Stefano Dark - Immagini di Stefano Dark e PNALM
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