Pescasseroli, col suo Castello, divenne il maggior feudo medievale dell’area Parco, tanto da dare nome al suo tratturo. Questa via di comunicazione resta testimone dei tempi e delle civiltà. Nel 1447 il re di Napoli Alfonso D’Aragona istituì la Regia Dogana della mena delle pecore. E se prima dei romani (VIII–VII sec. a.C.) il tracciato era stato solcato dai Sanniti fino all’Apulia, oggi è ripercorso per trekking turistici e manifestazioni culturali.
È probabile che il tratturo in età italico-romana partisse dalla piana del Fucino, attraverso la valle del Giovenco fino a Campomizzo. A Pescasseroli, nei pressi dell’inizio del sentiero, giungono remoti tratturelli e c’è il Ponte di Santa Venere, anticamente chiamato Venera. Insieme al Ponte dei Chiavoni e al Ponte dell’Autostello (o dell’Abbeveratoio) è per il borgo uno dei tre storici e principali attraversamenti sul fiume Sangro.
Questo ponte è un luogo simbolico del viaggio tra l’Abruzzo montano e la Puglia del Tavoliere. L’avventuroso cammino lungo il tratturo si avviava la prima domenica di ottobre, con la Madonna del Rosario, o della Vittoria, a cui erano devoti i pastori, insieme alla Madonna nera dell’Incoronata. In 10/15 giorni si arrivava in pianura. Partivano tutti gli uomini validi e molti ragazzi. Il bestiame portato, a suon di campanacci al collo, era in prevalenza ovino e poi bovino. A giugno si ritornava a casa. A decantare riti, storie e tradizioni della transumanza a Pescasseroli è stato il poeta-pastore Cesidio Gentile, soprannominato Jurico, nato in una casa dietro la Chiesa del Carmelo.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il ponte distrutto dai nazisti fu ricostruito nello stile che si vede oggi. Una parte delle pietre originarie venne utilizzata per la vicina viale Benedetto Croce su una sponda del Sangro.
Il nome Santa Venere (anche della strada, poi SS 83) si deve probabilmente al legame geografico, storico e culturale con un omonimo che sta in Puglia. Sul fiume Ofanto, all’altro capo del tratturo che porta a Candela (Foggia), c’è un antico e famoso Ponte di Santa Venere, nel Comune di Rocchetta Sant’Antonio. Quel ponte dell’Impero romano si chiamava Pons Aufidus (antico nome dell’Ofanto) e faceva parte della via Appia Antica.
Inoltre, il nome potrebbe richiamare al Monte Venere e alla omonima frazione del Comune di Pescina, ai margini della conca del Fucino. Risale al 150 a.C. il primo documento scritto su Venere dei Marsi, in cui sono citati il villaggio e il tempio per il culto della dea Venere Mirtea eretto in onore della pace tra Romani e Marsi.
Testi di Stefano Dark - Immagini di Stefano Dark e PNALM
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